Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto.
I Giardini botanici Hanbury sorgono sul promontorio della Mortola, sulla costa ligure, a pochi chilometri dal confine francese. Occupano una superficie di 18 ettari, compresi nel territorio comunale di Ventimiglia, località Mortola, in provincia di Imperia.
Il terreno è digradante dalla collina al mare, come è tipico della costa ligure. L'aspetto paesaggistico è tipicamente all'inglese, con vialetti irregolari e romantici rustici pergolati e patii, con la pittoresca vista del mare sullo sfondo. Il parco è anche attraversato da un tratto dell'antica strada consolare via Julia Augusta; per la conformazione geografica l'accesso alla villa è dal suo lato superiore.
Sotto il portico d'ingresso si può ammirare un mosaico, datato e firmato (Salviati -. 1888), che raffigura Marco Polo.
Nella parte inferiore, non lontano dal mare (comunque non accessibile a causa del sistema di cinta), un piccolo settore semipianeggiante è conservato con la vegetazione originale mediterranea, ombreggiata da pini e dotata di gazebo.
I Giardini furono realizzati a partire dal 1867, grazie alla passione dal viaggiatore inglese Sir Thomas Hanbury. Dopo aver fatto fortuna come esportatore di tè a Shangai egli decise di stabilirsi sulla costa ligure, ed acquistò dapprima il palazzo dei marchesi Orengo di Ventimiglia, tuttora esistente, e successivamente i terreni circostanti, su cui volle realizzare uno splendido giardino con specie botaniche raccolte in ogni parte del mondo.
Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti in massima parte stranieri, fu creato un grandioso insieme che non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati.
Per sviluppare il progetto egli si fece aiutare dal fratello Daniel, giunto appositamente dall'Inghilterra, da diversi botanici (fra cui, in particolare, i tedeschi Ludwig Winter e Alwin Berger) e da una manovalanza di giardinieri stabilitisi nelle vicinanze. Il giardino divenne ben presto rinomato in tutto il mondo.
Alla morte di Sir Thomas (nel 1907), il figlio Cecil e la nuora Lady Dorothy portarono avanti l'opera fino alla seconda guerra mondiale, quando il sito dovette essere abbandonato.
Nel 1960 lo stato italiano acquistò dagli eredi il complesso, che, nel 1962, fu affidato all'Istituto Internazionale degli Studi Liguri.
Nel 1979 tale istituto rinunciò al gravoso impegno di ricostruzione post-bellica e successivamente, nel 1987, la gestione venne affidata definitivamente all'Università degli studi di Genova.
Il 1º giugno 2006 è stata presentata all'UNESCO la candidatura alla lista dei patrimoni dell'umanità.
Il terreno è digradante dalla collina al mare, come è tipico della costa ligure. L'aspetto paesaggistico è tipicamente all'inglese, con vialetti irregolari e romantici rustici pergolati e patii, con la pittoresca vista del mare sullo sfondo. Il parco è anche attraversato da un tratto dell'antica strada consolare via Julia Augusta; per la conformazione geografica l'accesso alla villa è dal suo lato superiore.
Sotto il portico d'ingresso si può ammirare un mosaico, datato e firmato (Salviati -. 1888), che raffigura Marco Polo.
Nella parte inferiore, non lontano dal mare (comunque non accessibile a causa del sistema di cinta), un piccolo settore semipianeggiante è conservato con la vegetazione originale mediterranea, ombreggiata da pini e dotata di gazebo.
I Giardini furono realizzati a partire dal 1867, grazie alla passione dal viaggiatore inglese Sir Thomas Hanbury. Dopo aver fatto fortuna come esportatore di tè a Shangai egli decise di stabilirsi sulla costa ligure, ed acquistò dapprima il palazzo dei marchesi Orengo di Ventimiglia, tuttora esistente, e successivamente i terreni circostanti, su cui volle realizzare uno splendido giardino con specie botaniche raccolte in ogni parte del mondo.
Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti in massima parte stranieri, fu creato un grandioso insieme che non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati.
Per sviluppare il progetto egli si fece aiutare dal fratello Daniel, giunto appositamente dall'Inghilterra, da diversi botanici (fra cui, in particolare, i tedeschi Ludwig Winter e Alwin Berger) e da una manovalanza di giardinieri stabilitisi nelle vicinanze. Il giardino divenne ben presto rinomato in tutto il mondo.
Alla morte di Sir Thomas (nel 1907), il figlio Cecil e la nuora Lady Dorothy portarono avanti l'opera fino alla seconda guerra mondiale, quando il sito dovette essere abbandonato.
Nel 1960 lo stato italiano acquistò dagli eredi il complesso, che, nel 1962, fu affidato all'Istituto Internazionale degli Studi Liguri.
Nel 1979 tale istituto rinunciò al gravoso impegno di ricostruzione post-bellica e successivamente, nel 1987, la gestione venne affidata definitivamente all'Università degli studi di Genova.
Il 1º giugno 2006 è stata presentata all'UNESCO la candidatura alla lista dei patrimoni dell'umanità.
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