Giro delle Orobie (Bergamo): Rifugio Laghi Gemelli 1968 m.

Il rifugio dei Laghi Gemelli sorge nei pressi della diga di sbarramento degli omonimi laghi, ora riuniti in unico bacino, e la sua  collocazione è piacevolmente contornata da alcuni tra i monti più frequentati della  Orobie, quali la cima del Becco, il monte Farno, il monte Corte, il monte Spondone e altri ancora.

ACCESSO DA CARONA

Difficoltà: T, Turistico;

Dislivello: 900 m;

Segnavia: 211;

Attrezzatura: Scarponcini.

 

Dalla sponda meridionale del lago Carona (1100 m) si stacca un sentiero (segnavia 211) che risale a zig zag tutto il vallone e il bellissimo bosco di abeti, sotto la linea della funivia dell’Enel. Dopo circa due ore di salita, sempre nel bosco, il sentiero sbuca, con serpentine, sotto la diga del Lago Marcio (1841 m), ne contorna in piano la sponda occidentale ed arriva alla stazione superiore della funivia. Si scende allora verso sinistra, alti sul Lago delle Casere, si attraversa un ponticello sul torrente della VaI Borleggia, si risale l’opposto versante e passando accanto ad una lunga casera si risale l’ultimo valloncello che conduce al rifugio.

IL PIZZO FARNO

Difficoltà: E, per Escursionisti;

Dislivello: 700 m;

Segnavia: 232 e 215 dal passo di Vasanguigno in poi;

Attrezzatura: Scarponcini.

 

Partendo dal rifugio si scende al lago e si attraversa la lunga diga portandosi sul sentiero che costeggia la sponda orientale del bacino. Lo si percorre per breve tratto indi si sale per ripidi pendii erbosi e pietrosi in direzione di uno sperone. Raggiungo il culmine si prosegue in direzione della Baita del Farno ( 2162 m) e da questa, per tracce e facili pendii erbosi, si giunge alla cima del pizzo Farno (2502 m., croce), da cui si gode di un’ottima vista sulla cerchia dei monti circostanti.

La discesa si può effettuare per il versante NE seguendo la cresta che divalla fino a trovare il passo di Valsanguigno (2380 m) ed ad incrociare il sentiero 232 che proviene dalla valle omonima. Una lunga discesa spesso articolata su un sentiero non sempre evidente riporta alla base del lago presso la sua sponda sotto il versante Nord del Monte Corte.

 

Scegliendo una delle tante tracce (segnavia 216) si risale gradatamente in diagonale fino alla sovrastante depressione del passo dei Laghi Gemelli (2139 m). Dopo una piccola sosta per osservare il panorama dolomitico che domina la Val Canale, si ritorna per un breve tratto sul sentiero 216 percorrendolo in direzione del lago fino ad incrociare sulla sinistra la traccia di collegamento con il passo di Mezzeno (indicazioni). Alcuni bolli rossi permettono di non sbagliare strada e in breve anche questo secondo valico viene raggiunto (2142 m).

 

Il passo di Mezzeno è piuttosto frequentato perché permette l’accesso alla conca dei laghi Gemelli dalla valle di Roncobello: piegando decisamente a destra si imbocca proprio il sentiero (segnavia 215) che collega le Baite di Mezzeno (Roncobello) al rifugio. La traccia, dopo un ripiano, scende velocemente verso il lago dopo aver incrociato sulla destra quello che proviene dal passo dei laghi Gemelli e pure diretto al rifugio (segnavia 216). I due sentieri ora corrono in comune: prima alti sul lago e poi via via più in basso, superano una Baita e raggiungono infine il Rifugio.

 

IL PIZZO DEL BECCO

Difficoltà: EEA, per Escursionisti Esperti con l'Attrezzatura necessaria; Dislivello: 600 m;

Segnavia: 214 fino al lago Colombo; Attrezzatura: Scarponi. Utile il Kit da Ferrata e il Casco.

Partendo dal Rifugio si scende al lago e si attraversa la lunga diga. Raggiunta la sponda opposta, si prende a sinistra il sentiero 214 che, dopo aver superato alcune costruzioni, si immette sulla mulattiera di servizio agli impianti. Dopo alcuni tornanti, si raggiunge l’ovale del lago Colombo (2044 m), situato nella valle d’Aviasco tra il Pizzo Becco ed il Pizzo Farno.

 

Superata la diga si procede verso valle per poche decine di metri fino ad incrociare sulla destra la traccia per la salita al pizzo del Becco (chiare indicazioni su una roccia). Dopo alcuni gradini scavati nel terreno si piega a destra e dopo aver guadagnato quota si entra in una zona di grossi macigni. Puntando ad un grosso roccione si passa nelle vicinanze della baita del Teciù e per rapido sentiero si giunge ad un terrazzo erboso alla base delle pareti meridionali del pizzo del Becco.

 

Poco oltre i segnavia conducono all’imbocco di un viscoso canale che costituisce la via normale di salita alla vetta. Il canale, in parte attrezzato con catene fisse (l’attrezzatura è stata di recente sostituita a cura del Gruppo Penne Nere di Boccaleone-BG), va risalito fino alla sommità. Poco oltre, un prato in forte pendenza permette di guadagnare ulteriore dislivello e di montare direttamente sul crestone orientale del pizzo: qui, piegando a sinistra, si affrontano altri tratti attrezzati e alla fine si sale alla vicina croce di vetta. La vista è molto panoramica e domina i numerosi laghi e le cime della zona.

 

Per tornare al rifugio è consigliabile seguire un percorso diverso da quello dell’andata: giunti nuovamente al punto in cui il canale meridionale si salda alla cresta orientale, invece di scendere a destra si prosegue ancora lungo il crinale in direzione Est puntando ad una serie di dossi e avvallamenti rocciosi. Senza percorso obbligato e aiutandosi anche con i numerosi ometti di sassi sparsi qua e là, si prosegue restando alquanto al di sotto del filo della cresta sul versante Nord fino a raggiungere un laghetto e il vicino stretto intaglio del passo di Sardegnana. Questo valico è senz’altro uno dei luoghi più selvaggi e sconosciuti delle Orobie, dominato com’è da repulsive pareti verticali e rinserrato tra orridi salti di roccia.

 

Scendendo sul pendio meridionale, erboso e più tranquillo, si procede liberamente andando ad individuare una traccia che sale da valle. Questa, dopo pochi tornanti, conduce al ben più marcato sentiero che proviene dal passo d’Aviasco (segnavia 214) e che riporta direttamente alla diga del lago Colombo.

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