Le Dolomite Patrimonio Mondiale grazie alla loro bellezza e unicità paesaggistica

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Una decina di anni fa, a Siviglia, una decisione dell’UNESCO ha arricchito le Dolomiti con un titolo di grande importanza. Nove comprensori di queste straordinarie montagne, per un totale di 142.000 ettari, sono entrati a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO.


Questo elenco, insieme a centinaia di altri siti, comprende le piramidi d’Egitto e il Grand Canyon, la Grande muraglia cinese e il Partenone, l’Everest e il Mont Saint-Michel. In Italia, prima delle vette dove s’incontrano il Veneto, il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli, erano già stati inclusi nel patrimonio mondiale la Torre di Pisa e il Colosseo, la Reggia di Caserta e le Cinque Terre, i trulli di Alberobello e Venezia.

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Dal 2009, la Fondazione Dolomiti UNESCO, che coordina tre regioni, cinque province e decine di parchi e riserve naturali, si occupa di promuovere e tutelare il paesaggio naturale e culturale di queste montagne.


Tra i temi di cui la fondazione si occupa sono i cibi e i prodotti tipici, i rifugi alpini (nei settori protetti delle Dolomiti ce ne sono 76), la formazione professionale dei giovani e lo sviluppo delle attività culturali. L’obiettivo, proiettato sul futuro, è di arricchire l’esperienza dei visitatori e migliorare la vita dei residenti.

 

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Certo, le Dolomiti erano famose nel mondo anche prima dell’arrivo del logo dell’UNESCO. Celebri tra camminatori e alpinisti, percorse da alcune delle piste da sci più belle delle Alpi, queste cime e queste valli ricche di borghi, di castelli e di chiese e circondati da paesaggi montani straordinari, hanno visto all’opera scrittori, pittori e musicisti famosi.


Degli uomini nati da queste parti (tra loro Mauro Corona e Reinhold Messner), dopo aver vissuto per decenni le Dolomiti come degli obiettivi da scalare, sono entrati tra i protagonisti del panorama culturale dell’Italia e dell’Europa.

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I confini tra gli stati, sulle Alpi, sono cambiati molte volte. Nella geografia dei popoli, invece, le Dolomiti si alzano da secoli sul confine tra la civiltà latina e quella germanica. Il loro nome, però, deriva da Déodat de Dolomieu, geologo e avventuriero francese, che alla fine del Settecento ha studiato la roccia che le compone.

 

Qualche decennio dopo i viaggiatori e gli alpinisti britannici hanno iniziato a scrivere delle Dolomite mountains, le “montagne di dolomia”. E l’aggettivo si è trasformato in sostantivo.

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