La torre della Quarta Regia è una piccola torre costiera situata a Cagliari in località Sa Scafa.


La torre della Quarta Regia (nota anche come torre de Sa Scafa) è una piccola torre costiera situata a Cagliari in località Sa Scafa.


La torre sorge in una posizione dalla quale è possibile vedere quasi tutte le torri costiere del golfo di Cagliari.



La torre della Quarta Regia è una piccola torre costiera situata a Cagliari in località Sa Scafa.


La torre della Quarta Regia, o di “Sa Scafa” è ubicata su un’area prevalentemente pianeggiante di circa 700 mq, parzialmente recintata (sul lato mare e sul lato della strada sterrata) e disomogeneamente coperta da vegetazione spontanea.


Storia.


La torre sorge su un insediamento di epoca aragonese quando ai pescatori dello stagno di Santa Gilla veniva richiesto di versare la quarta parte del loro pescato alle casse regie.

Venne ampliata nel corso dei secoli per poi essere abbandonata a partire dal XVIII secolo. Nel 1898 fu danneggiata da una mareggiata che ne compromise la struttura. Attualmente è in cattivo stato di conservazione.


Descrizione.


L'edificio è costituito da due ambienti distinti : la torre propriamente detta, alta circa 8-9 metri e di diametro di circa 4,50 metri, e un altro corpo di fabbrica, monopiano a pianta rettangolare di circa 50 metri quadrati, costruito in un secondo momento e posto dove sorgeva l'entrata originaria alla torre.


L'origine del nome.


Si chiama Torre della Quarta Regia perché, sotto il governo della Corona di Spagna, e fino al 1954, vi si riscuoteva, prima con pagamento in natura e in seguito tramite un corrispettivo in denaro, una tassa corrispondente a un quarto del pescato.


Nota anche come Torre della Scafa, era una torre di guardia presidiata da due uomini che esisteva già almeno dal 1598.


La ricostruzione.


La struttura fu danneggiata gravemente da una mareggiata nel novembre del 1898 e venne poi ricostruita con rilevanti rimaneggiamenti e aggiustamenti. In origine era di forma troncoconica di dimensioni simili a quelle di altre torri coeve che si trovano nel Golfo di Cagliari, mentre la forma attuale è cilindrica con solai in calcestruzzo armato a ricavare due piccoli ambienti su cui sono state inserite alcune finestre per l’illuminazione.




Una scala a elica collega i due livelli della torre e consente l’accesso alla terrazza. Sulla parte alta della facciata vi è un fregio in laterizio.



L’altezza della torre supera gli 8 metri per un diametro di 4,4 metri. L’edificio, di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna, ha avuto un ulteriore restauro, che è stato completato alla fine del 2017 a cura dell’Agenzia regionale Conservatoria delle coste.



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2 commenti:

  1. I primi a ideare un sistema permanente di segnalazione e di difesa, per mezzo di Torri collocate in modo che da ognuna fossero visibili la precedente e la successiva, furono gli Angioini (1266–1442) e la loro opera fu continuata dagli Aragonesi (1442-1503). La realizzazione fu solo parziale, anche a causa dei cambiamenti politici, e finì per passare sotto il controllo dei feudatari e dei privati, proteggendo i territori, più che le popolazioni. I pirati, quindi, potevano ancora compiere le loro incursioni pressoché indisturbati: tristemente famoso, all’epoca del dominio aragonese, è il saccheggio di Otranto del 1480, descritto da Maria Corti nel suo L’Ora di Tutti.

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    1. E’ solo nella prima metà del XVI secolo che si comincia ad apprezzare una reale organizzazione delle strutture difensive costiere. A partire dal 1532, sotto l’impero di Carlo V, il viceré di Napoli don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, marchese di Villafranca del Bierzo (1532-1553), iniziò la costruzione di Torri costiere presidiate da militari muniti di catapulte ed armi da fuoco, tra cui almeno un cannone posto all’esterno. La realizzazione delle Torri si rendeva necessaria per le continue scorrerie di corsari come Khayr al-Dîn, detto Ariadeno Barbarossa, e Tabach Rais (Thorgud, Fabach Rais, Tabaco Arraez di Lattakia - Al Ladhiqiash, nell’attuale Siria), detto Dragut. La realizzazione del progetto fu rallentata, sia perché gravava interamente sui singoli comuni impoveriti dalle guerre, sia perché l’attenzione era rivolta alla guerra contro i Francesi. In tale conflitto, seppe astutamente inserirsi Solimano il Magnifico, il quale, dopo essersi alleato con il re francese Francesco I contro l’imperatore spagnolo Carlo V, attaccò la Spagna e i suoi viceregni dell’Italia meridionale e della Sicilia. Il 12 luglio del 1552 venne distrutta Camerota. Il 15 luglio dello stesso anno, Dragut assediò, addirittura, Napoli e a nulla servirono le quaranta galee e i tremila fanti tedeschi con cui accorse, a difesa della città, Andrea Doria: il 10 agosto, Pedro de Toledo fu costretto ad offrire a Dragut duecentomila ducati perché togliesse l’assedio.

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