Il Parco Nazionale del Gran Sasso è una delle più grandi aree protette in Europa.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Montes de la Laga è un parco naturale in Italia, creato nel 1991.

Copre un'area di 2.014 chilometri quadrati ed è sviluppato dalla provincia di Teramo, L'Aquila, Pescara e, in misura minore, nelle province di Ascoli e Rieti.

Il territorio è prevalentemente montuoso.

È gestito dal Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga , con sede ad Assergi, in provincia di L'Aquila.
Ippovia, itinerari a cavallo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monte della Langa

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.



Il Parco, localizzato nel cuore dell'Appennino, si estende sul territorio di tre regioni: l'Abruzzo, il Lazio e le Marche, comprendendo nel suo perimetro cinque province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti ed Ascoli Piceno, e ben 44 comuni. 



E' un territorio cerniera tra la regione euro-siberiana e quella mediterranea, in cui si localizza la montagna più elevata dell'Appennino che racchiude l'unico ghiacciaio dell'Europa meridionale. 

La posizione geografica, l'altezza raggiunta dalle montagne, nonché la differente geologia dei rilievi: calcari e dolomie sul Gran Sasso e sui Monti Gemelli, arenarie e marne sui Monti della Laga, determinano una straordinaria ricchezza di specie animali e vegetali, nonché una varietà di ecosistemi e paesaggi davvero unica

Il Grande Parco.


150.000 ettari
3 Regioni
5 Province
44 Comuni

51 emergenze floristiche
59 orchidee spontanee
2 piante carnivore
2651 piante censite
139 endemiche italiane
12 endemiche del Parco
Nido di fringuello alpino.

11 coppie di aquile reali
500 cervi
1000 camosci appenninici
120 lupi - 20 nuclei riproduttivi

Il regno della neve perpetua, delle rocce e del vento.


Sul lato orientale, da Teramo, c'è un maestoso "Paretone" che fa parte del paesaggio del centro adriatico.

È il regno della neve perpetua, delle rocce e del vento.
Leggi anche: La flora alpina presenta un territorio ricco di boschi di conifere.
Nel nord il profilo dei Monti de la Laga, dove migliaia di uccelli migratori si fermano sulle rive del lago di Campotosto. 

Ci sono più di 200 chilometri di percorsi a cavallo che possono essere utilizzati per visitare il parco.
La neve perpetua nel Ghiacciaio del Calderone, il termometro dell’ambiente mediterraneo.

Il Parco Nazionale del Gran Sasso è sviluppato dalla provincia di Teramo, L'Aquila, Pescara e in misura minore nelle province di Ascoli e Rieti.

Il 23 settembre 1886, giorno dell’inaugurazione del rifugio Garibaldi, come mostrano le immagini del Cai di Teramo, qualcuno fotografò anche il ghiacciaio che allora si estendeva fino ai terrazzamenti della Vetta Centrale, fin sotto la cime; poi si è sempre più ritirato, nonostante la sua ubicazione originaria, in una latitudine bassa, anomala per un ghiacciaio, se non fosse per l’esposizione a nord, la sua forma a cucchiaio e le particolari condizioni topografiche di un circo glaciale stretto, allungato, incassato dentro le ripide pareti di Corno Grande.

Ma il suo apparato è in crisi, il suo vecchio cuore risente dell’alimentazione nevosa e primaverile, può collassare come i ghiacciai dell’Himalaya che arretrano di circa 10 -15 metri l’anno, conseguenza del riscaldamento complessivo del clima.

La flora nel Gran Sasso.


Per parlare della flora del Gran Sasso, dobbiamo distinguere, anche in questa zona, tra le due parti, il Teramo e l'Aquila. Il primo, orientato a nord-est, è caratterizzato da un substrato argilloso ed è soggetto a maggiori precipitazioni.

Questi fattori favoriscono l'egemonia del faggio, con lo sviluppo di faggi di grande valore. Il lato sud, d'altra parte, ha un substrato calcareo e un clima continentale. 

Questi fattori favoriscono principalmente lo sviluppo di pioppi, carpini e querce. Nella zona sono il nocciolo, il castagno (che forma le foreste con ombra), l'acero (spesso presente con esemplari mammut). Sulle pendici più soleggiate puoi trovare cenere di montagna e ciliegio selvatico. Solo grazie al rimboschimento ci sono il pino nero, l'abete e il larice. 



L'introduzione di quest'ultima specie, secondo Fernando Tammaro e Carlo Catonica dell'Università dell'Aquila, è stata un errore perché le condizioni ambientali del luogo sono troppo severe per una conifera decidua, che è appunto il larice.
Leggi anche: Insenature lunghe e strette, rocce granitiche e isole caratterizzano la regione della Gallura.
Tra i cespugli possiamo menzionare il ginepro, il mirtillo (commestibile), la belladonna (simile nell'aspetto al mirtillo, ma velenoso e talvolta anche mortale), l'agrifoglio. 

Le fioriture sono caratterizzate da gigli (una specie protetta da una legge regionale abruzzese), campane, sassifraga, primule, genziane, garofani e numerose orchidee. 

La stella alpina apenina merita una menzione speciale, una pianta molto rara sulle montagne dell'Appennino.
Bosco vettusto di Valle Vaccaro.

La fauna nel Gran Sasso.


L'esponente più imponente della fauna del Gran Sasso è l'orso marsicano, una sottospecie endemica dell'Appennino, di dimensioni relativamente ridotte, che fino a qualche anno fa sembrava essere scomparso, ma è stato recentemente monitorato in sporadiche incursioni nei territori del parco nazionale.

Erano presenti anche esemplari di volpe appenninica e di lupo. Altri mammiferi comuni che vivono nella zona sono: il gatto selvatico, il cinghiale, il cervo e il capriolo. 

Il camoscio apenine si era estinto nel Gran Sasso (a causa dell'eccessiva caccia) intorno al 1890, ma fu reintrodotto nel 1992 e ora forma una colonia stabile composta da più di 1.000 esemplari. 

Tra gli uccelli da preda, vale la pena menzionare l'aquila reale, il falco, il grifone, il falco comune e il falco. La presenza dell'uccello alpino e del picchio spiccano tra gli altri uccelli. 
Tra i rettili è possibile menzionare la vipera degli Orsini, anch'essa endemica, più piccola della vipera comune e caratterizzata da un veleno meno letale e quasi inoffensivo, data la scarsità di avvistamenti di questa specie. Posizionato nelle rocce, vicino ai corsi d'acqua e nelle zone di basso ginepro, evita, per quanto possibile, il contatto con l'uomo.

La popolazione di Rupicapra pyrenaica ornata presente nel Gran Sasso è stimata in 622 esemplari (censimento 2015), e quella di Majella è approssimativamente della stessa dimensione.
Fiume Tirino uno dei fiumi più belli del mondo.

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2 commenti:

  1. Un posto unico che vale la pena di venire a vedere se non ci siete mai stati! Consiglio almeno una sgambata al rifugio duca degli Abruzzi. Per i più attrezzati ci sono ferrate e bellissime scalate da fare.

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    1. @Giampaolo Rossi. Veramente un luogo speciale che ognuno dovrebbe passare vicino a queste montagne spettacolari.

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