Giro delle Orobie (Bergamo): Rifugio Antonio Baroni al Brunone 2297 m.

E' uno dei più alti rifugi delle Orobie e sicuramente il più faticoso da raggiungere. Per  appassionati della montagna, montagna che tra selvaggia. l'altro in questi luoghi è particolarmente • Apertura: continuato dal 1/7 al 15/9; Siamo al cospetto della tetra parete Orientale sabato e domenica in giugno e dal 15/9 al 15/10 del pizzo del Diavolo di Tenda e ad un passo  dalle maggiori elevazioni delle Orobie, quelle  montagne che superano i 3000 m. e che conservano tra i loro anfratti ancora qualche  piccolo apparato glaciale.

DA FIUMENERO

Difficoltà: E, per Escursionisti;

Dislivello: 1500 m;

Segnavia: 227;

Attrezzatura: Scarponi.

 

Dalle prime case del paese di Fiumenero (791 m) si stacca sulla sinistra un sentiero (segnalazioni sulla strada). Lo si segue prima per prati poi via via ci si avvicina al torrente; mantenendosi sempre sulla sponda destra orografica si attraversa un magnifico bosco e senza apprezzabile dislivello si sbuca nel punto dove la Valsecca si innesta nel vallone del Fiume Nero. Sulla sinistra in alto sorge la Baita Campìol (1065 m).

 

Il sentiero attraversa la Valsecca e continua in piano avvicinandosi al Fiume Nero: lo scavalca su un ponticello (attenzione quando il torrente è in piena!) e si porta sul versante opposto. Qui continua in leggera salita seguendo costantemente il lungo vallone, attraversa alcuni ripidi canali (anche a stagione inoltrata ci sono resti di poderose valanghe che si scaricano dai pendii del Monte Masone); quando il vallone si restringe il sentiero supera il salto con un tratto alquanto ripido a serpentine oltre il quale si inoltra di nuovo quasi pianeggiante nella stretta vallata. Dopo poco più di un’ora e mezzo da Fiumenero (qui improvvisamente il torrente, prima ricchissimo di acque, scompare) si sbuca ai margini orientali del Piano di Campo (1830 m).

 

Si lascia la traccia di sinistra e si sale a destra lasciando in basso il Piano di Campo; alcune ripide e faticose svolte portano al di sopra del salto dove il sentiero, zigzagando in mezzo ad un boschetto, si dirige verso il torrente; si è quindi all’altezza del Pian dell’Aser (1600 m circa). Non inoltrarsi sul Pian dell’Aser anche se il sentiero è invitante, ma attraversare il torrente nel suo punto più stretto (segnalazioni); da qui il sentiero sale con strette e frequenti serpentine, passa accanto ai ruderi di una baita, sale ancora sempre faticosamente e attraversa il canale di gronda che convoglia le acque dei vari valloni verso la centrale dei Dossi.

 

Più sopra, seguendo il valloncello roccioso che scende dal Passo della Scletta, il sentiero, sempre ben tracciato, permette di guadagnare i 700 metri di dislivello che separano il Pian dell’Aser dal Rifugio Baroni. Percorrendolo costantemente si sbuca nella conca ghiaiosa dove si trovano i resti di una piccola baita, nel punto dove si incontra il “Sentiero delle Orobie” che proviene dal Rifugio Fratelli Calvi. Seguendolo verso est e superando gli ultimi pendii di erba e roccette si guadagna il terrazzo erboso dove sorge il Rifugio Antonio Baroni alla Brunona (2295 m).

 

IL PASSO DELLA SCALETTA

Difficoltà: E, per Escursionisti;

Dislivello: 250 m;

Segnavia: 251;

Attrezzatura: Scarponi.

 

Per salire al Passo della Scaletta si prende, subito a monte del Rifugio Baroni, una ripida traccia di sentiero (segnavia 251) che si dirige verso nord-ovest e sale ad un balconcello roccioso dove sorgono i ruderi di una baita di miniera; si attraversa una vasta zona di ghiaie e macereti; seguendo una vecchia segnalazione con triangoli rossi si guadagna rapidamente quota, si lascia a sinistra un primo imbocco di galleria e si riesce alla base di un grande e suggestivo scavo sul cui fondo si trova neve in permanenza.

 

Al di sopra dello scavo, ruderi di baite e della vecchia capanna. Poco oltre, un breve pianoro con simpatico laghetto e si è al passo (2530 m). Verso il versante valtellinese scende un ripidissimo canalino roccioso con resti di gradini in legno o scavati direttamente nella roccia che, a mo di scaletta, hanno dato il nome al passo. Servivano ai montanari per recarsi ai luoghi delle miniere aperte sul versante bergamasco.

IL PIZZO REDORTA (VIA DEL CANALONE)

Difficoltà: F, Alpinistica Facile;

Dislivello: 750 m;

Segnavia: 252 fino all'imbocco del canale;

Attrezzatura: Scarponi, Casco, Piccozza e Ramponi.

 

E’ comunemente noto come “Canalone” l'ampio vallone compreso fra il massiccio della vetta e il cosiddetto “Sperone Alto” o della cresta meridionale. In principio di stagione è tutto ricoperto di buona neve mentre più tardi la parte inferiore lascia vedere sul fondo, fra i pendii di sfasciumi, qualche macchia di ghiaccio che rappresenta ciò che resta della piccola vedretta di Redorta inferiore. Costituisce la via più diretta dal rifugio Brunone alla vetta.

 

Dal Rifugio Brunone (2295 m.) si segue per un breve tratto verso Sud-Est il sentiero (segnavia 302) che conduce al Rifugio Coca, segmento centrale di notevole bellezza del noto "Sentiero delle Orobie", e in seguito le indicazioni per la vetta del Redorta (segnavia 252). In graduale salita si superano due vallecole rimontando il versante pascolivo per poi piegare verso sinistra dove si percorre un largo pendio erboso interposto tra due bastionate rocciose. In breve si guadagna la conca (m 2.530 circa) ove un bel deposito morenico delinea il passato limite frontale dell'ormai ridottissima e quasi scomparsa vedretta Inferiore di Redorta.

 

Abbandonata la traccia di sentiero, si scende brevemente verso destra nella conca di neve o di ghiaie e, calzati i ramponi, la si traversa per rimontare direttamente tutto il ripido pendio (pendenza max. 40°) che alla base ha una breve fascia di roccia. Il Canalone sbuca direttamente sulla cresta meridionale, appena a monte della massiccia elevazione che domina la testata. Per essa girando a sinistra in breve si raggiunge la vetta (qualche facile passaggio su roccia di II).

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