Simbolo della città di Genova, la Lanterna, con i suoi 77 metri di altezza, è il faro più alto del Mediterraneo.

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Ho trascorso gran parte della mia infanzia e giovinezza a Genova, capoluogo della Liguria.

 

A differenza di altri immigrati latinoamericani di origine europea, i miei genitori si stabilirono sulla costa ligure e vi rimasero per più di due decenni.

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Ecco perché questa terra di navigatori storici, di incomparabile bellezza naturale, è rimasta così impressa nella mia memoria.

 

Diceva il grande scrittore Alexandre Dumas:

«Distesa sul fondo del suo golfo con la maestà incurante di una regina... Genova viene, per così dire, incontro al viaggiatore» (A. Dumas, 1841).

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Peccato che i viaggiatori la attraversino il più delle volte in fretta, preferendo altre località della Liguria, come le Cinque Terre o Portofino, perdendo così l'occasione di scoprire una città ricca di storia, tesori nascosti e angoli suggestivi.

 

La storia di Genova si racconta soprattutto lungo Via Garibaldi e i Rolli, dove si trovano meravigliose dimore poco note agli italiani ma ricche di straordinarie opere d’arte.

 

Il fascino di questa città incastonata tra i monti e il mare, frammentata tra passato e presente, crocevia di popoli e culture diverse (non a caso il nome medievale di Genova è Janua, ovvero 'porta' in latino), ha attirato l'attenzione di scrittori, poeti e cantautori, che nei loro versi ne hanno raccontato la bellezza, i contrasti, l'anima nascosta.

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Primo fra tutti Fabrizio de André, che oggi viene celebrato con un piccolo ma meraviglioso museo in Via del Campo 29. Sebbene Genova sia nota soprattutto per il suo Acquario, l'antica repubblica marinara racchiude tra le sue mura meravigliose testimonianze del suo glorioso passato, ma anche opere ardite e moderne che l'hanno resa una sorta di capitale dell'architettura moderna italiana.

 

Passeggiando per la città potrete ammirare palazzi nobiliari e chiese antiche, perdervi nel labirinto di caratteristici vicoli (carroggi) in cui è organizzato il centro storico, visitare interessanti musei, lasciarvi sorprendere dai simboli della città, la nuova Genova, che guarda al futuro ma è magnifica custode di un passato sempre presente.

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Iniziamo questo tour virtuale dal simbolo di Genova, La Lanterna, emblema di una città che si è sviluppata attorno al suo porto (e continua a farlo ancora oggi, affiancando al porto mercantile un porto turistico dove approdano le navi da crociera da tutto il mondo, proprio nel centro della città).

 

Il Faro di Genova.

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A testimonianza della vocazione marittima di questa città c'è il suo faro, comunemente chiamato 'la Lanterna', da sempre simbolo di Genova. Alta 77 metri, la torre storica sorge sui resti di una collina di 40 metri, per un'altezza di circa 177 metri sul livello del mare.

 

Creata per segnalare l'ingresso delle navi nel porto ma anche per controllarne i movimenti all'interno del porto, la torre fu costruita nel XIV secolo sul sito di un faro esistente fin dal 1128 e funzionante con un sistema a legna (falò).

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Nel 1326 venne installata la prima lanterna ad olio d'oliva e nel 1340 venne dipinto lo stemma comunale sulla parte inferiore della torre.

 

Il suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione effettuata nel XVI secolo e, nonostante gli interventi successivi agli eventi bellici e ai fulmini, la lanterna si presenta come allora: una torre con due snelli volumi sovrapposti con una galleria alla sommità di ciascuno di essi (si può raggiungere la prima terrazza), una scala interna con 172 gradini, una lanterna al cui interno sono collocati gli elementi illuminanti.

 

Annesso alla torre si trova il Museo della Lanterna, un museo multimediale dedicato alla città e al territorio provinciale, raggiungibile con una passeggiata di 800 metri dal Terminal dei traghetti, lungo le antiche mura cittadine, fino al faro.

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La Lanterna è situata all'estremità orientale del quartiere di Sampierdarena, su uno scoglio isolato oggi interamente inserito nel contesto portuale, punta estrema di quello che un tempo era il promontorio di San Benigno che divideva l'antico comune di Sampierdarena da quello di Genova.

 

Il sito dove è stato edificato era chiamato promontorio perché, prima che la mano dell'uomo ridisegnasse i contorni della baia genovese, era circondato su tre lati dal mare. A ovest, la collina delimitava l'antico porto di Genova, quello che oggi è il porto vecchio. Nel tempo la collina ha preso il nome di Capo di Faro o di San Benigno, dal nome dell'omonimo convento che vi sorgeva. Oggi, infatti, la collina non esiste più, essendo stata rasa al suolo nella seconda metà degli anni Venti per creare nuovi spazi per la città, il porto stesso e le sue strutture produttive, e l'unica cosa che rimane è proprio il piccolo ramo roccioso da cui sorge il faro.

 

Contemporaneamente, tra il 1920 e il 1930, si realizzarono i lavori di ampliamento del porto di Genova, con la creazione delle nuove banchine di Sampierdarena, ottenute mediante un importante riempimento del mare. Dopo l'operazione, lo scoglio della Lanterna non si affaccia più direttamente sul mare, ma a poca distanza da esso, nei pressi della banchina di Ponte San Giorgio.

 

La Porta della Lanterna

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Poiché la Lanterna sorgeva sulla principale via di comunicazione tra Genova e il ponente, fino agli scavi della collina di San Benigno, nei primi anni del XX secolo, quando furono costruite le cosiddette Mura Nuove (XVII secolo), esattamente ai piedi della Lanterna fu realizzata una porta al loro interno.

 

Così, come ricorda lo storico Federico Donaver, alla vecchia porta, mantenuta fino alla sua demolizione nel 1877, ne fu affiancata una nuova costruita tra il 1828 e il 1831, chiamata Porta Nuova, Porta della Lanterna o Porta del Chiodo dal nome del suo progettista, il generale Agostino Chiodo. Infatti, come scrisse lo stesso Donaver, la stessa porta e le vie adiacenti presero "il nome di Lanterna o Faro dei marinai che si eleva a 127 m sul livello del mare, la cui costruzione risale al 1549".

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La porta a doppio fornice era scavata nella parete rocciosa e in origine aveva due ponti levatoi sostenuti da catene che scorrevano su ruote di bronzo, presto sostituiti, per mutate esigenze pratiche, da una passerella fissa. La facciata neoclassica è costruita in pietra di promontorio (prelevata dalla stessa collina dietro la Lanterna) e marmo bianco di Carrara, una combinazione che conta illustri precedenti nell'architettura della città. Notevoli sono i dettagli scultorei, costituiti da metope, teste di medusa inserite nella chiave di volta e il gruppo dello stemma.

 

L'edificio della porta fu demolito nel 1935. A seguito di polemiche, per preservare la memoria della porta, solo la facciata fu smantellata e ricostruita nella sua posizione attuale, addossata al muro della Lanterna, circa cinquanta metri più a sud e ruotata di 90° rispetto alla posizione originale, perdendo la sua funzione originaria di porta.

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