La flora del parco appennino-lucano, una natura straordinariamente ricca.

Le differenze altimetriche, che dai 2005 m del Monte Papa degradano fino ai 300 m della base della Murgia di S. Oronzo e l’eterogeneità ecologica, hanno plasmato nei secoli una natura straordinariamente ricca di biodiversità vegetale. Le aree a più elevata valenza naturalistica, ricadono prevalentemente nella fascia fitoclimatica montana che si colloca orientativamente dai 1.000 ai 1.800 m. s.l.m: l’area di pertinenza del Faggio (Fagus sylvatica).

Le faggete dei Monti Maruggio, Arioso e Pierfaone, sono ascrivibili al tipo Aceri Lobelii-Fagetum grazie alla presenza di maestosi esemplari di faggio in associazione con latifoglie nobili come l’Acero di Lobel (Acer lobelii) l’Acer Opalus, l’Acero Campestre (Acer campestris), la Carpinella (Carpinus orientalis). Nell’area Nord del Parco, si colloca un poderoso complesso forestale che si estende sulle pendici del Monte Serranetta e comprende il Bosco di Rifreddo, in cui le splendide fustaie di faggio man mano che l’altitudine cala si arricchiscono di specie diverse, in particolare il cerro (Quercus cerris).
A corredo si ritrovano molte specie tipiche di boschi eliofili quali carpino orientale (Carpinus orientalis), carpino nero (Ostrya carpinifolia), nocciolo (Corilus avellana), acero d’Ungheria (Acer obtusatum), Acer lobelii, Pyrus spp. Tra le erbacee sono presenti Veronica officinalis, Anemone apennina, Scilla bifolia, Atropa belladonna, Allium ursinum formante, nei valloni più freschi e fertili, estese coltri vegetali insieme a Sambucus nigra e Galantus nivalis.


Nelle aree rupicole di Serra di Monteforte si riscontra il millefoglio lucano (Achillea lucana). In direzione sud-est si erge il cordone montuoso formato dai Monti Serra di Calvello, Monte Volturino, Monte Madonna di Viggiano, Monte S. Enoc, M. Caldarosa che ospitano la foresta più imponente della Regione. Numerosi endemismi danno pregio alla flora delle praterie di quota: ricordiamo Hippocrepis glauca esclusiva del Volturino, Schlerantus perennis, Geranium cinereum, Veronica austriaca. Un sito già designato come area SIC è l’Abetina di Laurenzana, una fustaia con soggetti imponenti alti anche 40 m, a prevalenza di Abete bianco (Abies alba). La tipica associazione Abete bianco-Faggio esce dagli schemi fitosociologici propri delle aree appenniniche di centro-nord poichè rappresenta una variante più termofila ed eliofila con la presenza di specie come l’agrifoglio, il biancospino, la rosa canina e, tra le erbacee, il Sigillo di Salomone, il Miosotis, il ciclamino, la stellina odorosa.


Verso ovest, sud-ovest, ai confini con la Campania, si ritrova un esempio spettacolare di faggeta termofila: il Faggeto di Moliterno inquadrabile nell’associazione Aquifolio – Fagetum. La copertura erbacea è di gran pregio e comprende oltre alle specie sopra citate: Lathirus venetus, Euphorbia amygdaloides, Lilium bulbiferum e, nelle praterie dello Sterraturo, numerose orchidee quali, tra le altre, Orchis simia, Ophiris apifera, Ophiris lucana, Ophiris sphegodes. Fanno da cornice al Lago Laudemio sul il massiccio calcareo del Monte Sirino – Papa estese fustaie di faggio che si mescolano agli ontani napoletani (Alnus cordata) delle sponde lacustri. L’area annovera rari endemismi floristici quali Vicia sirinica e Astragalus sirinicus.


Nella fascia collinare fino ai 500 m domina la vegetazione mediterranea che racchiude l’orizzonte delle latifoglie eliofile, dominata dal Leccio. In relazione all’altitudine e all’esposizione la Lecceta lascia il posto a popolamenti misti di cerro e roverella, accompagnati sovente da altre specie decidue quali il Quercus fraineto, l’Acer obtusatum, Fraxinus ornus, Alnus cordata, Ostrya carpinifolia e Castanea sativa, il ciavardello (Sorbus torminalis) e sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia).


Tra gli arbusti frequente è il Pungitopo, l’asparago selvatico, il biancospino, il ligustro, il cotognastro, il corniolo. Laddove la morfologia si addolcisce, il leccio si innalza formando boschetti ricchi di ginepri; diffusi nuclei di lentischi (Pistacia lentiscus), terebinti (Pistacia terebinthus) e filliree (Phyllirea latifoglia) arricchiscono il quadro della flora mediterranea che, in zone più aride, cede il posto ai cisti (Cistus salvifolia e C. monspeliensis) e alla ginestra odorosa (Spartium jungeum). Interessante è la cerreta della Foresta demaniale regionale Fieghi-Cerreto ubicata a Piano dei Campi ai piedi del Monte Raparo. Il Lago del Pertusillo è contornato di boschi termofili di Roverella, ricchi di funghi e tartufi. Querce, Lecci, nuclei di lentisco, ginepri, filliree, fino ai cisti e alla ginestra, arricchiscono i bordi della vallata formando un denso tappeto verde. Al di sotto scorre nel suo contorto alveo, il fiume Agri, le cui acque bagnano il bosco di pioppi, salici e viburni che in primavera offrono una candida spettacolare fioritura.


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