Un ricchissimo territorio naturale e umano che comprende 80 comuni e 8 comunità montane.
Una duplice natura geologica caratterizza il parco: roccia sedimentaria e roccia calcarea.
La vegetazione è costituita da circa 1800 specie di piante autoctone spontanee: la primula di Palinuro, il giglio marino, la ginestra del Cilento e il garofano delle rupi alcuni esempi. La macchia mediterranea e i boschi sempre verdi differenziano le aree del parco.
La comunità faunistica è ricca e diversificata: dall’aquila reale al gatto selvatico, dalla coturnice al topo dal collo giallo, loro rispettive prede. Dal biancone che si nutre di vipere e cervoni al raro astore.
Il Parco per le sue caratteristiche biologiche e culturali fa parte dal 1997 della Rete Mondiale di riserve di Biosfera, programma Man and Biosphere dell’Unesco.
Della necessità di tutelare il Cilento dalle speculazioni edilizie e da un distruttivo turismo di massa si parlava già dal 1973 (convegno internazionale sui parchi costieri mediterranei, Castellabate). Un primo risultato si ebbe con l'istituzione da parte del Ministero dell'Ambiente di due riserve naturali, rispettivamente sul monte Cervati e sul fiume Calore, per un totale di 36.000 ettari.
Dal 1998 è Patrimonio dell'umanità dell'Unesco (con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula), dal 1997 è Riserva della biosfera e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare Geoparco.
La sede del parco è a Vallo della Lucania.
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