giugno 16, 2012

Le mura di Sassone e la Grotta di Donna Marsilia.

sassonefortezzecarolingeLe mura di Sassone: Questa località potrebbe essere l' antica Xifeo, convinzione tramandatasi da una incerta ubicazione descritta da Tito Livio e denominata Lymphaeum ( Linfèo ), luogo coinvolto amaramente nelle guerre puniche.

Nel tempo venne denominata Sassone come risulta da alcuni documenti, fu completamente distrutta sul finire del  XIV secolo.

L' area presenta i resti della cinta muraria lunga circa 1.500 metri, il sistema difensivo venne eretto dai Longobardi.

La Grotta di Donna Marsilia: Praticamente sotto quello che rimane della cinta muraria di Sassone, si apre la Grotta di Donna Marsilia, al suo interno sono stati recuperati vari reperti da riferirsi al III millennio a.C., inoltre vi è stato rinvenuto uno scheletro e dei frammenti ceramici riconducibili alla cultura siciliana di Piano Conte.

Da San Basile o da Morano Calabro, si imbocca la strada provinciale che collega i due comuni. A metà percorso ( 3 km ) sulla destra per chi proviene da San Basile, sulla sinistra per chi proviene da Morano Calabro, si vedono i due muraglioni della porta d' ingresso dell' antica cittadella. Una volta all' interno della cinta, seguendo la pendenza del terreno, dirigendosi a valle, si nota una sporgenza rocciosa, alla cui base si apre la Grotta di Donna Marsilia.
 
Sassone e donna marsilia
sassone
sassone1
sassone3
sassone5

Ricerca personalizzata

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:

La Rondella della Grotta è una rondella della cinta magistrale di Verona, ultimo baluardo del sistema difensivo austriaco.

rondella_della_grottarondella_della_grotta2La Rondella della Grotta è una rondella della cinta magistrale di Verona, ultimo baluardo del sistema difensivo austriaco. La sua costruzione risale al 1523, voluto dalla Serenissima, con l'edificazione della rondella (al suo posto prima passava la cinta turrita scaligera).

Nel 1840 venne ristrutturata dagli austriaci con il miglioramento della casamatta e la ricostruzione della cortina tra la rondella e castel San Felice.

La rondella, abbandonata ed inaccessibile per molti anni, recentemente è stata sistemata col lavoro volontario delle associazioni Legambiente e Comitato per il Verde. La piazza superiore è aperta e attrezzata con tavoli e panche, ed offre un ampio panorama sulla città e sulle mura.

Si tratta di un'opera di muratura e terra, originariamente a tracciato circolare (detta appunto rondella), con muro aderente, rivestito di laterizio, a scarpa, ossia in pendenza, sino all'altezza della cordonatura di pietra, con postazione di artiglieria in casamatta e a cielo aperto.

L'opera venne edificata al posto della preesistente scaligera Porta Oriela per adeguare la cinta scaligera alla difesa con artiglierie. La porta scaligera presidiava l'antica strada diretta verso Poiano e Montorio. Durante il restauro ottocentesco, la torre scaligera adiacente al fronte di gola della rondella, venne completamente cimata e trasformata in postazione di artiglieria a cielo aperto, per battere l'interno del corpo di piazza, d'infilata lungo la strada di circonvallazione.
rondella_della_grotta1
rondella_della_grotta3
rondella_della_grotta4
rondella_della_grotta5
rondella_della_grotta6
rondella_della_grotta7
rondella_della_grotta8
rondella_della_grotta9
rondella_della_grotta

Ricerca personalizzata

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:

Roccalbegna e il suo "sasso" altissimo scoglio caratterizzato da pareti levigate che lo fanno simile ad una torre.

roccalbegna03roccalbegna_mapRoccalbegna (GR) si trova nell'alta valle dell'Albegna, ai piedi delle ultime propagini del complesso del monte Amiata. La sua posizione è alquanto singolare trovandosi su un pianoro situato tra due rupi a strapiombo sfruttate nei secoli a scopi difensivi.

Il paese è di origini medievali: lo si ritrova in un privilegio dell'imperatore Ottone IV in favore dell'abbazia del Monte Amiata stipulato nel 1210. Nel secolo XIII fu un possedimento della famiglia Aldobrandeschi che dominava sulla gran parte dei castelli di queste terre. Nei primi decenni del XIII secolo il castello era però sotto la signoria di una famiglia locale, quella di Ranieri di Ugolino di Roccalbegna, i cui discendenti, tra il 1293 e il 1296, furono costretti a cedere i loro diritti al comune di Siena.

Roccalbegna nasce nella parte meridionale del monte Labbro e domina l’intera valle dell’Amiata. Il paese è dominato da uno scoglio altissimo caratterizzato da pareti levigate che lo fanno simile ad una torre. Sulla cima di questo scoglio, comunemente chiamato “Sasso”, spicca una fortezza.

A riguardo di questo particolare scoglio, è indicativo il detto popolare: "Se il sasso scrocca, addio alla rocca."

I senesi ampliarono le fortificazioni e dotarono il borgo di una cinta muraria a filaretto dotata di torri rompitratta. Durante il dominio senese Roccalbegna subì assalti e incursioni da parte degli Aldobrandeschi, come nel 1331, quando le masnade del conte Andrea di Santa Fiora saccheggiarono l'abitato. Il paese rimase nonostante il periodo travagliato rimase sotto l'influenza della repubblica senese fino alla metà del Cinquecento quando quest'ultima capitolò a Firenze. Fu cosimo I dei Medici a cedere Roccalbegna in feudo al cardinale Antonio Sforza e ai discendenti della famiglia Sforza-Cesarini di Santa Fiora. Nel 1646, dopo essere tornata in possedimento granducale, passò alla famiglia senese dei Bichi-Ruspoli, rimanendo sotto il loro controllo fino al tardo Settecento quando divenne un comune del Granducato di Toscana.

roccalbegna_11

Nel paese meritano una visita la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, edificata in epoca medievale, che conserva al suo interno pregevoli opere d'arte di vari periodi. Unico e insolita è la posizione dell'architrave del portale fortemente inclinata a destra a causa di uno sprofondamento del terreno. Nelle vicinanze si trova l'Oratorio del Santissimo Crocifisso con bel campanile a vela che oggio ospita il Museo di Roccalbegna. A sud è ancora ben conservata la porta della maremma e subito fuori di essa si trova la quattrocentesca Chiesa della Madonna del Soccorso.

Il paese conserva anche alcuni edifici civili tra cui il Palazzo Bichi-Ruspoli che si presenta in bugnato e i resti murari del sistema difensivo di cui sono ancora visibili una porta, tratti di mura e alcune torri. Ma la caratteristica peculiare di Roccalbegna sono i due spuntoni di roccia che lo sovrastano. Sul più elevato, detto comunemente dagli abitanti "il sasso" si trova un cassero usato essenzialmente come punto di vedetta, probabilmente costruito agli inizi del XIII secolo dai conti Aldobrandeschi. La posizione a nido d'aquila conferisce fascino a questo fortilizio che dal punto di vista militare rivestì scarsa importanza. Il "sasso" nei secoli ha destato preoccupazione neeli abitanti del paese a causa di problemi di stabilità e distacchi di roccia che per la posizione piombavano sulle case sottostanti. Un detto popolare infatti recita: se il Sasso scrocca addio la Rocca.

All'inizio del XV secolo, a causa della perdita della sua importanza strategica, la fortificazione, allora di proprietà dello Stato senese, fu lasciato in abbandono. Sull'altro spuntone roccioso sorgeva un cassero costruito dai senesi di cui oggi sono visitabili i resti oggi adibito a giardino pubblico.
roccalbegna02
roccalbegna03
roccalbegna04
roccalbegna05
roccalbegna06
roccalbegna07
roccalbegna08
roccalbegna_10
roccalbegna9

Ricerca personalizzata

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:

Il Forte di Ceraino, inizialmente chiamato anche Forte Hlawaty, è una fortezza edificata dagli austriaci nel territorio veneto.

FortediCerainoceraino_piantaIl Forte di Ceraino, inizialmente chiamato anche Forte Hlawaty, è una fortezza edificata dagli austriaci che sorge nel territorio del comune di Dolcè sulla riva sinistra dell'Adige.

Passato nel 1866 in mano italiana, ha assunto il nome di Forte Ceraino (dal nome della frazione del comune ove si trova).

Attualmente dismesso dall'esercito, versa in uno stato di abbandono.

Il Forte di Ceraino, costruito dagli Austriaci tra il 1850 e il 1851, fu da questi intitolato al luogotenente feldmaresciallo Johann von Hlavaty come riconoscimento per la sua attività di architetto militare. Dopo il 1866, quando il Veneto fu annesso al Regno d’Italia, fu chiamato Forte Ceraino.

Sorge sulla sinistra dell’Adige su di un piccolo ripiano del Monte Pastello a quota 236 m a dominio della sottostante ansa del fiume, nel territorio comunale di Dolcè in località Ceraino. Doveva battere la Val Lagarina verso Dolcè, il Monte San Marco ed una parte dell’anfiteatro morenico di Rivoli, incrociando il fuoco con il forte Rivoli ed il sottostante Adige.

Dopo la riunione del Veneto all’Italia, fu ammodernto e migliorato cambiando la direzione del tiro ed inserendolo nel nuovo sistema difensivo realizzato verso il confine trentino dell’Impero Asburgico. Venne adibito a deposito di munizioni. E’stato da pochi anni dimesso dall’Esercito Italiano e veniva usato dalla Forestale. Oggi il Forte è visitabile dall’esterno.
Il forte si trova ad un'altezza di 236 m s.l.m. ed è posto su un pianoro a dominio della valle dell'Adige, sul fianco del Monte Pastello. Era ed è tuttora raggiungibile mediante una stretta strada militare che parte dalla frazione di Ceraino e che lo collega poi al Forte di Monte.
ceraino2

La sua costruzione è stata vincolata dalle asperità rocciose, che lo hanno portato ad avere una pianta irregolare.

L'edificio è stato costruito interamente in pietra di rosso ammonitico locale. La parte principale consiste in una batteria centrale costituita da una casamatta diretta verso la valle dell'Adige con 8 feritoie per l'artiglieria. Al fianco troviamo un muro che collega due parti distinte, provvisto di feritoie. Le due parti sono costituite da due casematte, una a nord che punta la zona nord-ovest (con cinque feritoie) e una a sud che presenta due feritoie rivolte verso ovest.

All'esterno è dotato di una recinzione che protegge le cannoniere, con uno strato di terra spesso oltre due metri. Inoltre il forte è circondato da un fossato largo circo tre metri e profondo altrettanti che si stringe verso la parte della roccia. All'entrata è presente un ponte levatoio.

All'interno troviamo un cortile con grandi cisterne per l'acqua piovana con ingegnosi sistemi di canalizzazione. Gli interni sono ben progettati e presentano varie stanze di diverso utilizzo: cannoniere, scale interne e corridoi, magazzini, stanze per gli ufficiali, ecc.
ceraino intero
FortediCeraino2
FortediCeraino
FortediCeraino1
ceraino con vie
ceraino
ceraino1
ceraino_cortile_interno
ceraino_map
 
Ricerca personalizzata

Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog: