Il complesso delle grotte di Toirano, aperto al pubblico nel 1953, dopo le opportune opere di sistemazione, è gestito direttamente dal Comune e costituisce oggi una delle maggiori attrattive che l'entroterra della Riviera Ligure di Ponente offre al turismo italiano, con un numero di visitatori superiore alle 110.000 unità all'anno.
Grotta della bàsura (grotta della strega).
Nella grotta trovò rifugio per millenni l'orso delle caverne (Ursus spelaeus), che vi si recava per trascorrervi il letargo; la sua presenza è attestata da un gran numero di resti ossei, da impronte di zampe sul suolo e dalle tracce di unghiate sulle pareti.
Di particolare interesse sono le testimonianze riferibili all'uomo preistorico, recentemente datate a circa 12.000-12.500 anni fa; si tratta di impronte di piedi, mani e ginocchia e, nella "sala dei misteri", di numerose palline d'argilla attaccate alla parete contro la quale furono scagliate, probabilmente con significato rituale. Queste tracce sono riferibili a uomini del Paleolitico superiore, cacciatori-raccoglitori che frequentavano la regione e utilizzavano questa grotta non come abitazione ma probabilmente per scopi rituali.
Nel 1960 gli scopritori abbatterono l'ultimo diaframma calcareo e scoprirono la sala terminale della Grotta della Bàsura. Da qui il percorso prosegue scavato in una grandiosa colata di alabastro, all'interno di imponenti ambienti ricchi di concrezioni mammellonari ("antro di Cibele").
Grotta del Colombo.
Gli antichi abitanti di questa grotta (probabilmente Homo heidelbergensis) realizzavano i loro strumenti con pietra raccolta nella zona, in particolare nell’alveo del Varatella. Gli studi attualmente in corso stanno portando notevoli contributi alla conoscenza dell’antico ambiente ed all’influenza di questo sui comportamenti delle popolazioni preistoriche. Vista l’unicità delle testimonianze archeologiche, questa grotta non è normalmente aperta al pubblico.
Grotta di Santa Lucia Superiore.
Scavi archeologici effettuati intorno al 1960 nella zona retrostante l’altare, a circa 40 metri dall’ingresso, hanno restituito attrezzi in pietra attribuiti alla cultura musteriana e realizzati da uomini di Neandertal durante l’ultimo periodo glaciale, tra circa 80.000 e 40.000 anni fa.
Recenti studi lasciano supporre che gli strati più profondi messi in luce possano essere ancora più antichi, fino a 200-250.000 anni fa.
In questo caso il primo frequentatore della Grotta sarebbe stato l'Homo sapiens arcaico, detto anche Homo heidelbergensis.
Grotta di Santa Lucia Inferiore.
Formazioni di sottili cristalli di aragonite, in curiose disposizioni a "fiore", ricoprono le pareti. Alcune delle sale sono molto ampie e vi si trovano enormi stalattiti, anch'esse ricoperte da cristalli di aragonite.
Oggi è possibile accedere a questi ambienti dal fondo della grotta della Bàsura attraverso un traforo artificiale lungo 120 metri. Così la grotta di Santa Lucia Inferiore costituisce l’uscita del percorso turistico che conduce all'aperto sull’altro lato della montagna.
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