La Biblioteca nazionale Marciana (Biblioteca di San Marco) è la prima biblioteca pubblica di Europa.

La Basilica di San Marco già dal 1300  era attiva come chiesa parrocchiale, edificata per i Silvestrini che poco dopo il 1418 furono costretti ad abbandonare il convento che passò ai Domenicani riformati.

Per iniziativa di Cosimo il Vecchio, con la direzione di Michelozzo, nel 1437 iniziarono i lavori di ampliamento e di ristrutturazione.

Nella deliberazione di accettazione della proposta del poeta, il Maggior Consiglio prospettava le spese necessarie per adibire un luogo adatto alla conservazione di libri.

La notte dell’Epifania del 1443 avvenne la consacrazione ad opera dell’arcivescovo di Capua, il cardinale Niccolò, alla presenza di papa Eugenio IV.
La Basilica di San Marco già dal 1300  era attiva come chiesa parrocchiale.

La biblioteca di San Marco è la prima biblioteca pubblica di Europa.


A destra della chiesa una parte del convento è stato trasformato nel Museo di San Marco mentre il resto si è mantenuto pressoché integro.
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Sono due i chiostri su cui si organizza la struttura: quello di San Domenico, abitato dai domenicani fino al 2014, e quello di Sant’Antonino, oggi compreso nel Museo.
Il Palazzo della Libreria in Piazza San Marco a Venezia.

Interni.


Proprio da quest’ultimo si accede alla scala che conduce al dormitorio superiore, mentre al piano terra vi sono la foresteria e il refettorio.

Salite le scale ci ritroviamo davanti al bellissimo affresco dell’Annunciazione del Beato Angelico databile 1440-1450 circa.



Proseguendo per i corridoi al primo piano arriviamo alla biblioteca: tre navate scandite da colonne con capitelli ionici e archi a tutto sesto.
Salone espositivo della biblioteca.

Costruzione.


Costruita da Michelozzo, è una delle architetture più emblematiche del primo Rinascimento fiorentino; fu concepita come la prima biblioteca pubblica di Firenze e conservava i codici e i volumi raccolti e donati da Niccolò Niccoli, umanista, collezionista e bibliofilo.

Architettura .


Anticamente questa architettura aveva le pareti dipinte in verde acqua, scaffali e ben 64 banchi in legno disposti nelle navate.
Carta geografica del mondo di Fra Mauro del 1459.
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La Biblioteca nel Novecento.


Gli esigui spazi, l'aumento del patrimonio librario, i danni al palazzo, convinsero il governo nel 1900 ad assegnare alla Biblioteca una nuova sede.

Si trattava dell'edificio sansoviniano della ex Zecca dello Stato Veneto: a tale scopo il cortile venne riadattato e coperto per ospitare la sala di lettura, dove trovarono posto dodici nuovi tavoli per i lettori, mentre la vera da pozzo veniva collocata altrove.

Verso il molo, la stanza più ampia veniva riservata per la lettura dei manoscritti e dei rari e si predisponevano salette di consultazione di varie tipologie di materiali.

Il trasferimento avvenne nel 1904 e nella cerimonia di inaugurazione del 27 aprile del 1905 venne collocata nella sala di lettura la statua raffigurante Francesco Petrarca, dello scultore Carlo Lorenzetti, commissionata dal Comune di Venezia per il centenario della nascita del poeta.

Nel 1924 la Marciana riebbe, in aggiunta alla Zecca, anche la Libreria Sansoviana che veniva inaugurata nel 1929 dopo tre anni di restauri e in cui venivano riposizionate le tele dei filosofi.
La vita della Libreria e quella dello Statuario da allora rimasero intrecciate sino al primo Novecento, quando venne istituito il Museo Archeologico.

La Biblioteca oggi.


La Biblioteca da allora si sviluppa sia per la parte dei servizi aperti al pubblico, che per le sale di lettura e per una parte di suoi depositi librari, nel palazzo cinquecentesco della Zecca.



Consistenti collezioni librarie e altri uffici sono invece ospitati nell'edificio delle Procuratie Nuove e nel palazzo della Libreria Sansoviniana, mentre il Vestibolo e il Salone Sansoviniano sono dedicati prevalentemente a sede espositiva e di eventi.

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2 commenti:

  1. La Biblioteca si arricchì nel tempo soprattutto grazie a donazioni e lasciti, nonché per effetto dell'obbligo imposto agli stampatori di depositarvi un esemplare di ogni libro pubblicato, come previsto da una legge veneta del 1603 (la prima in Italia in materia).

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    1. @Giampaolo Rossi. Il bibliotecario patrizio, eletto dai Riformatori dello Studio di Padova, venne poi affiancato un custode, ovvero un erudito, incaricato del riordino dei libri, della redazione del catalogo e dell'apertura agli studiosi, aiutato da un fante. Grazie dal tuo prezioso commento.

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