Sicilia Trekking: Valle dell’Alcantara.

Il bacino idrografico del Fiume Alcantara si stende tra il massiccio dell’Etna a sud e le propaggini meridionali dei Nebrodi e dei Peloritani, grosso modo lungo il confine tra le province di Messina e Catania.
L’asta fluviale principale scorre per poco più di 50 km sfociando nel Mar Jonio poco a sud di Taormina.
L’alveo dell’Alcantara fu interessato in epoca preistorica e protostorica da colate laviche che a più riprese ne ostruirono o modificarono il corso. In corrispondenza delle formazioni basaltiche il fiume ha creato nel corso dei millenni un paesaggio geologico assolutamente unico, dando vita a caratteristiche, profonde forre frutto dell’erosione, che presentano strutture colonnari “a canna d’organo” o leggermente arcuate “ad arpa” e “a ventaglio” o disposte orizzontalmente “a catasta di legna” oppure caoticamente fratturate.
Tra queste formazioni le più famose e spettacolari sono quelle delle Gole di Larderia (più note semplicemente come “Gole dell’Alcantara”, anche se di gole l’Alcantara ne attraversa, solo in questo tratto, almeno tre). Sono ubicate in contrada Sciara Larderia, dove il fiume segna il confine tra i comuni di Motta Camastra (riva sinistra) e Castiglione di Sicilia (riva destra) e tra le province di Messina e Catania. Sulle strette pareti laviche, vicinissime e strapiombanti per decine di metri, si osservano splendide esposizioni con prismi basaltici.
L’incessante scorrere della corrente e la conseguente erosione hanno svelato l’essenza del corpo lavico, che mostra tipiche fessurazioni verticali a prisma, comunemente note come basalti colonnari, a sezione pentagonale o esagonale, risultato delle contrazioni dovute al lentissimo raffreddamento di colate di notevole spessore.
Le gole sono lambite dalla statale 185, che risale per un tratto la valle dell’Alcantara. Direttamente dalla statale si può scendere, grazie a una lunga scalinata, fino allo sbocco delle Gole di Larderia: lasciandosi alle spalle la profonda forra il letto del fiume si allarga formando una deliziosa conca con sponde sabbiose, proprio nel punto in cui la scala termina.
Da qui, se le condizioni del fondale – soggetto agli effetti delle piene – lo permettono, è possibile risalire le fredde acque dell’Alcantara, inoltrandosi per alcune centinaia di metri nella forra basaltica e osservarne da vicino le stupefacenti formazioni geologiche.
Più a valle il fiume scorre ampio e pacifico per tornare a restringersi in prossimità della foce, nel territorio di Giardini Naxos, dove lo scavalcano le campate del famoso ponte di origine araba Al Qantar (“il ponte”), da cui deriva il nome Alcantara.
Oltre a quelli geologici molto interessanti sono anche gli aspetti botanici e faunistici della valle, che hanno concorso alle motivazioni per l’istituzione del Parco Fluviale dell’Alcantara, esteso su una superficie di 1.927 ettari.Parco Fluviale dell’Alcantara, F. Alaimo, Fabio rlando
Flora e fauna
Nel 1493 lo storico Pietro Bembo descriveva una valle dell’Alcantara ricca di boschi di platani, querce e roveri. Oggi il fertile fondovalle è interamente occupato da colture, mentre l’ambiente ripariale è caratterizzato da macchia mediterranea con essenze spontanee (orchidee, anemoni, cisti, viole e papaveri), arbusti di oleandro, salice bianco, olmi, ontani, betulle, pioppi, nonché fichidindia selvatici. Per quanto riguarda le colture, la media valle è interessata da noccioleti e oliveti, mentre verso le pendici dell’Etna si estendono i vigneti (il territorio di Castiglione di Sicilia è quello maggiormente caratterizzato dalla produzione di vino e nocciole); la bassa valle è ampiamente caratterizzata dalla presenza di agrumeti (limoni e aranci).
La differenziazione morfologica dell’ambiente fluviale permette una variegata sopravvivenza di specie animali. In prossimità delle sorgenti, situate in un massiccio montuoso considerato come appartenente ai Peloritani occidentali e caratterizzato dalla presenza di foreste, è presente una ricca avifauna, tra cui spiccano l’aquila reale e l’aquila del Bonelli.
Con 174 specie gli uccelli sono il gruppo animale meglio rappresentato nell’intera valle.
Tra gli altri si segnalano il martin pescatore (Alcedo atthis), specie dal vistoso piumaggio, legata ai corsi d’acqua sia per l’alimentazione sia per la nidificazione, e il pendolino (Remix pendulinus), con un sito di nidificazione nel tratto medio dell’Alcantara; i nidi del pendolino, dalla peculiare forma a fiasco, costruiti con lana di pecora e amenti di salici e tamerici
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